Gioacchino Toma

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Biografia breve di Gioacchino Toma

Gioacchino Toma (Galatina 1836 - Napoli 1891) è stato un pittore del XIX secolo. Rimasto orfano all'età di sei anni, mostra insofferenza sia nei confronti degli orfanotrofi che dei suoi tutori, lo zio e la nonna. Studia all'ospizio di Giovinazzo apprendendo i primi rudimenti del disegnoe realizzando una serie di nature morte, formandosi prevalentemente come Ornamentista. Giunto a Napoli nel '55 frequenta lo studio di Alessandro Fergola ed esegue soggetti sacri, ritratti e nature morte sul modello del Guglielmi. Ingiustamente arrestato nel '57 dalla polizia borbonica con l'accusa di cospirazione viene confinato a Piedimonte d'Alife dove accresce la sua adesione ai moti carbonari, maturando una serie di importanti amicizie, come quella del Duca di Laurenzana, che gli consentono l'iscrizione al Real Istituto di Belle Arti dove segue la scuola del nudo di Mancinelli ed è attratto dai temi storici del Morelli. Con una Erminia, di soggetto tassesco partecipa all'esposizione borbonica del '59 riceve una medaglia d'argento per l'opera che viene acquistata dal re (Napoli, Palazzo Reale). L'avversione alla monarchia borbonica lo porterà a militare nelle file garibaldine e a partecipare a numerose azioni, rischiando addirittura la fucilazione durante una prigionia nel Molise. Gli eventi post unitari lo vedono attivo nella Guardia Nazionale nel combattere il brigantaggio e, in ambito artistico, partecipa con quadri di soggetto risorgimentale all'esposizione di Firenze (1861) con Un prete rivoluzionarioe alla prima Promotrice napoletana del '62 con II denaro di S.Pietro (Napoli, Capodimonte), e I figli del popolo (Bari, Pinacoteca Provinciale). Nella stessa sede espone nel '63 Il fiore appassito e Ifanciulli italiani nel 1860, ma è nel '64 con Un esame rigoroso del Sant'Uffizio (Napoli, Castelnuovo), che raggiunge i pieno successo economico e della critica tanto che l'opera fu poi presentata all'Esposizione Universale di Parigi del '67 riscuotendo l'ammirazione di Meissonnier. L'opera presenta le caratteristiche salienti della produzione di soggetto storico dell'artista, più attento ad una rappresentazione di sentimenti e di stati psicologici, che a una mera descrizione filologica del Contorno. Compie numerosi studi preparatori, nei quali le singole parti del dipinto diventano dei quadri a sé stanti, quasi delle nature morte (Studio di una libreria, La botte). La luce è protagonista delle opere di questo decennio, e si nota una preferenza al taglio degli interni verso angoli, in modo da evidenziare le zone d'ombra. I temi più cari alla sua produzione sono legati a situazioni di emarginazione o difficoltà sociale come La scuola delle merlettaie; Le due madri (Napoli, Capodimonte) con una pacata introspezione del dramma di una madre e della morte infantile; Lo sfratto, venato da una adesione ai temi delle difficoltà urbane; Curiosità, dove si evidenzia la differenza sociale, tema questo che trova il suo capolavoro in La messa in casa del 1877 (Napoli, Castelnuovo). Ai temi dolorosi e in gran parte autobiografici (autore scrisse nel 1866 Ricordi di un orfano), mentre soggetti meno impegnati nel sociale, ma contrassegnati anch'essi da un'attenzione ai sentimenti, sono L'onomastico della maestra (Napoli, Accademia) e Le educande al coro (Milano, col. Priv.). Tra le opere più conosciute dell'artista vi sono le due redazioni di Luisa Sanfelice in carcere (Napoli, Capodimonte e Roma, G.N.A.M.). Negli ultimi anni della sua produzione realizza opere caratterizzate da ampi tocchi di colore, con i quali manifesta una maggiore attenzione alla luce desterni. Molte sue opere sono state donate dagli eredi alla G.N.A.M. di Roma, al Museo di Capodimonte e al Comune di Galatina.

FONTE: L'Ottocento Napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero

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